Il 25 aprile non si celebra soltanto l'insurrezione dei Partigiani che hanno liberato le città italiane.
Si celebra la fine della guerra la sconfitta dei tedeschi, la distruzione della tirannia nazifascista.
Questo si celebra il 25 aprile e si celebra il fatto che, grazie all’insurrezione dei Partigiani, l'Italia che quella guerra l’aveva cominciata dalla parte sbagliata dalla parte vergognosa, dalla parte di quelli che poi hanno fatto le camere a gas e i forni crematori, l’Italia , almeno un pezzo d'Italia, che è riuscita a combattere e anche a morire stando dalla parte giusta.
Allora quelli che oggi non si vogliono dire antifascisti e non vogliono celebrare il 25 aprile a me mi piacerebbe chiedergli ma dimmelo in faccia. Cioè tu preferivi che gli americani la perdessero la guerra? Che le nazioni unite perdessero la guerra? Che vincesse Hitler? Che vincessero quelli delle camere a gas?
Perché se è così puoi anche non andare a celebrare il 25 aprile dimmelo in faccia però vorrei vedere chi oserebbe dirmelo in faccia che preferiva che vincessero le SS e non i partigiani.
Alessandro Barbero
25 APRILE 2024
(*) Sarebbe buona norma rispettare le indicazioni.
GIANFRANCO UBER
“Alla più perfetta delle dittature preferirò sempre la più imperfetta delle democrazie.”
Messaggio di fine anno agli Italiani, 1979.
Sandro Pertini
Pugno arcobaleno
Gio
www.caricaturegio.altervista.it
25 Aprile
E' anche resistenza al femminile
Tiziano Riverso
Antonio Gallo
25 aprile
Beduschi
Il test del 25 aprile: è un po' elaborato ma sto cercando di snellirlo
In questa puntata ad Acidus Scorie altri grandi ospiti!
Non solo abbiamo il Maestro Athos Careghi fumettista che ci invidiano financo i minatori belgi, ma anche il suo fedele discepolo Giovanni Beduschi (Giovanni Gbeduschi), nonché Scescio che però per hobby fa l'avvocato sotto lo pseudonimo di Stefano Savoldelli!!!
Dunque restate con noi e godetevi i nostri simpatici ospiti e portate pazienza per questi cialtroni di Acidus Scorie...
E comunque chi non ci ascolta è destinato a tornare in zona rossa nel giro di un weekend!
Un piccolo omaggio al grande storico dell'arte Philippe Daverio da parte di Fany-Blog e dei disegnatori amici del blog.
Garbo, intelligenza, acume, eleganza, competenza. Philippe Daverio era tutto questo, ed era uno degli ultimi a resistere in qualche modo, in un'Italia dove quelle doti assumono sempre più sembianza di handicap. Signore fino all'ultimo, non si lasciò andare ad ingiurie nemmeno quando la solita lungimirante Rai chiuse il suo programma Passepartout, uno dei pochi per cui valesse ancora la pena pagare il canone. E da signore, si congeda.
Se n’è andato nel modo più lontano da come riempiva la scena: in silenzio, senza preavviso, per un male non curabile di cui fino all’ultimo non ha voluto parlare. Aveva 70 anni: troppo presto per chiunque. Abbastanza per aver lasciato una traccia indelebile.
Dandy d’altri tempi, istrionico, europeista sfegatato, appassionato avversario del sovranismo (che lui preferiva chiamare “cretinismo”), eppure amante come pochi dell’Italia di cui ha ereditato la metà di sangue paterno, Philippe Daverio è stato, soprattutto, e prima di tutto, un grande storico dell’arte e divulgatore televisivo e non solo.
Chi lo ha potuto conoscere, o anche solo ascoltare, ha in mente l’incanto di quelle lectio ovunque affollatissime in cui l’arte diventava scusa per parlare di noi, delle nostre bellezze e delle nostre miserie. Un viaggio.
Eppure, oggi che quel viaggio è concluso, la prima parola che esce fuori spontanea da tutte le persone note o meno note che lo stanno salutando è “simpatia”. La seconda è “garbo”.
Perché questo era Philippe Daverio: un gentiluomo.
E perché, in fondo, quando cala il sipario, puoi essere anche un gigante della cultura, ma quello di cui si ricordano tutti è chi sei stato e cos’hai lasciato. Spero che un po’ di questo affetto se lo stia gustando, sotto gli occhialini tondi e il suo papillon.
Buon viaggio. Lorenzo Tosa
“E' l’essere umano, nella sua essenza ontologica, a essere irrimediabilmente complicato e proprio per questo motivo così curiosamente creativo e degno di nota.”
Un saluto al grande Philippe Daverio, ai suoi inconfondibili occhialini tondi e ai suoi coloratissimi papillon; un saluto a quella sua fantastica ed elegante intelligenza. Ciao Philippe! By Chenzo, www.chenzoart.it #philippedaverio #Philippe #passepartout #chenzo
" Con questo disegno Emilio Giannelli, vignettista del Corriere della Sera, fa dell'ironia sul premio «12 Apostoli» che ha ricevuto a Verona nel 2012. Nella vignetta sono presenti lo stesso Giannelli, Philippe Daverio e alcune firme del Corriere, tutti ritratti come nel affresco di Leonardo «L'ultima cena». Ma questa volta, come ha spiegato l'autore, a morire sarà solo il gallo.
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Tra i tanti filmati per ricordare Daverio ho scelto questo dove parla di cose di Parma la mia terra 😏